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Villa Zingali Tetto a Catania

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Villa Zingali Tetto

Origine e contesto

La Villa Zingali Tetto, situata nella prestigiosa zona alta di via Etnea a Catania, è stata ufficialmente riconosciuta come edificio di interesse storico e artistico tramite la declaratoria numero 3192 del 25 febbraio 1984.

Questa deliziosa residenza fu commissionata all’inizio del XX secolo dall’avvocato Paolo Zingali Tetto, che affidò il progetto all’architetto Paolo Lanzerotti.

È uno dei più emblematici esempi di edifici in stile Liberty a Catania. Alla sua realizzazione hanno contribuito anche Gaetano D’Emanuele (1876- 1953), e Salvatore Gregoretti (1870-1952). Essi hanno realizzato, rispettivamente, i preziosi pavimenti e soffitti e le vetrate del Giardino d’Inverno.

L’intenzione era quella di realizzare una dimora adeguata al contesto sociale dell’epoca, caratterizzato dalla presenza di numerose famiglie dell’alta borghesia catanese. Tali famiglie erano attivamente impegnate nel processo di modernizzazione della città.

Gli architetti più rinomati di quel periodo furono incaricati di rispondere alle aspettative di rappresentanza di questa classe sociale. Avevano, infatti, il colpito di tradurre le esigenze della borghesia in nuovi linguaggi architettonici.

Villa Zingali Tetto è un esempio emblematico di tale dinamica, essendo stata progettata per soddisfare tali criteri di prestigio e modernità.

Villa Zingali Tetto

Uso della villa Zingali Tetto

La storia della villa è segnata da un’unica figura residenziale, l’avvocato Zingali Tetto stesso, che non si sposò né lasciò discendenti.

Dopo la sua scomparsa, l’edificio rimase inutilizzato per un periodo prima di essere acquisito dall’Università di Catania nel 1975.

Solo dopo più di due decenni, precisamente con il progetto Coordinato Catania-Lecce del 1996, si decise di destinare la villa a scopi culturali. Essa fu quindi trasformata nella sede del Museo della Rappresentazione.

Tale funzione è stata effettivamente attuata solo negli ultimi anni, quando il Dipartimento di Architettura e Ingegneria Edile dell’Università ha preso pieno possesso dell’immobile.

Villa Zingali Tetto

Villa Zingali Tetto: descrizione

Si entra nella villa attraverso un portale bugnato a tutto sesto che apre su un atrio. Segue un giardino all’italiana, con alcuni elementi di giardino romantico quali una vasca ornamentale e una grotta artificiale con piante idrofile e sedili. Esso è, inoltre, ricco di piante tradizionali siciliane e di una grotta di origine lavica, adibita come altarino.

La struttura si eleva su due piani e presenta una torre belvedere angolare, abbellita da finestre divise in due o tre sezioni.

Al piano terra, le finestre sono ad arco a tutto sesto con cornici decorate, mentre al primo piano si trovano finestre con archi ribassati e balconi recintati da parapetti balaustrati.

Un ascensore storico della ditta STIGLER collega i piani. Questo ascensore, tra i primi del suo genere in Italia, combina legno e ferro battuto, dotato di due porte a battente interne e una porta di ferro a livello del pavimento. All’interno, si possono trovare sedili imbottiti in legno.

Al piano nobile, dopo aver salito le scale, si arriva alla Sala di Rappresentanza. Qui, i dettagli decorativi del soffitto e del pavimento, ancora originali e creati da Gaetano D’Emanuele , catturano l’attenzione. Il pavimento è un parquet composto da diverse essenze di legno, mentre il soffitto è decorato con stucchi e pitture tipiche dell’epoca.

Villa Zingali Tetto

 

Villa Zingali Tetto

Museo della Rappresentazione

Visitando le sale successive, si possono ammirare disegni e progetti originali dell’architetto catanese Francesco Fichera. Fichera, nato il 16 giugno 1881 a Catania, è celebre per i suoi contributi allo stile Liberty nella città, insieme a Lanzerotti.

Ha progettato diversi edifici notevoli a Catania, inclusi il Palazzo delle Poste su Via Etnea, il Garage Musumeci in piazza Bovio, e il Palazzo di Giustizia, costruito tra il 1937 e il 1956. Quest’ultimo, realizzato durante il regime fascista, adotta uno stile littorio, differendo notevolmente dal Liberty.

Molte delle sue opere,però, non furono mai costruite o sono state distrutte. Ad esempio, il Cinema Olympia e la sua famosa cornucopia, precedentemente situata in piazza Stesicoro.

Il Museo della Rappresentazione (MuRa) a Catania mette in risalto queste collezioni architettoniche. Esso evidenzia soprattutto il Fondo Francesco Fichera e il Fondo Giovanni Battista Piranesi per il loro valore storico e artistico.

 

 

Fondi presenti nel MuRa

Il Fondo Francesco Fichera è un’espressione emblematica dello stile eclettico liberty che ha caratterizzato la Catania tardo ottocentesca.

Composto da circa 1600 pezzi, tra disegni originali e copie eliografiche, è stato donato all’Istituto di Architettura e Urbanistica (IDAU) di Catania nel 1976 dagli eredi della famiglia Fichera.

I lavori inclusi in questo fondo riflettono la varietà di tecniche esecutive impiegate e la ricchezza di dettagli architettonici tipici di quel periodo. Sono emblematici per comprendere a pieno il contributo di Francesco Fichera all’architettura catanese.

D’altra parte, il Fondo Giovanni Battista Piranesi presenta una raccolta di 1048 tavole di incisioni e 187 tavole di testo, rappresentando una delle collezioni più significative di opere dell’artista.

Le incisioni all’acquaforte di Piranesi, datate al XVIII secolo, sono di grande valore storico e artistico. Mostrando la maestria e la visione innovativa dell’artista nel rappresentare paesaggi urbani e architetture. Si suppone che il patrimonio di questo fondo possa avere origini risalenti all’epoca fascista.

Villa Zingali Tetto

Altri elementi del Museo

Oltre a questi due fondi principali, il MuRa custodisce collezioni di disegni di progetto e a tema architettonico di altri artisti minori del XVIII secolo, come Camporesi, De Vico e Pannini, arricchendo ulteriormente l’offerta culturale del museo.

Il museo è inoltre dotato di due laboratori specializzati: uno dedicato al rilievo, alla rappresentazione e alla ricostruzione digitale, e l’altro focalizzato sulla realizzazione di plastici.

Questi spazi contribuiscono attivamente alla missione educativa e di ricerca del MuRa, permettendo lo studio approfondito delle collezioni e la sperimentazione di nuove tecniche di restauro e rappresentazione dell’architettura.

Le successive sale sono lo Studio dell’avvocato Lanzarotti, dove si conserva ancora la scrivania originale e un camino dell’epoca e la Sala da pranzo, dove domina un grande lampadario e il soffitto a cassettoni. Anche qui il mobilio conservato è originale, dal tavolo alle credenze.

Nella sala inoltre una vetrata istoriata a colori opera di Salvatore Gregoretti con motivi naturalisti anticipa la bellezza e la suggestività del Giardino d’Inverno.

Villa Zingali Tetto

Giardino d’Inverno di villa Zingali Tetto

Il Giardino d’Inverno è infatti il punto forte della Villa. Questa costruzione realizzata prevalentemente in vetro serviva per ampliare gli ambienti casalinghi e permettere di fruire della luce del sole e di un ambiente “più aperto” ma pur sempre al chiuso. Le vetrate istoriate che compongono l’intera struttura, creano un’atmosfera unica data dal riflettere della luce sul vetro temperato colorato nei toni del verde, blu e rosso.

Villa Zingali Tetto

 

Ancora un’esposizione conservata all’interno del museo riguarda i prospetti su tavola e le incisioni dell’architetto veneto Giovanni Battista Piranesi, vissuto nel 700.

Tra le sue opere le più celebri sono diventate le cosiddette “Carceri d’invenzione”, opere dal carattere surreale dove la logica e il rigore architettonico lasciano lo spazio all’angoscia.

 

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