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Istituto Ardizzone Gioeni a Catania

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Istituto Ardizzone Gioeni

Inaugurazione dell’Istituto Ardizzone Gioeni

Sono trascorsi 113 anni dal giorno in cui re Vittorio Emanuele III e Margherita di Savoia hanno inaugurato l’Istituto per Ciechi di Catania, opera voluta dal barone Tommaso Ardizzone Gioeni.

L’Istituto per Ciechi Ardizzone Gioeni è sede dell’omonimo Istituto pubblico di assistenza e beneficenza.

Fu costruito su disposizione testamentaria del barone di San Vito Tommaso Ardizzone Gioeni, il quale “volendo venire in soccorso dell’indigenza” volle fondare “un Ospizio-Spedale in sollievo dei ciechi indigenti di ambo i sessi”. La costruzione doveva aver luogo secondo “il miglior sistema che per dette opere avranno adottate le primarie città d’Italia”.

La realizzazione fu affidata all’architetto Filadelfo Fichera, e completato dal figlio Francesco Fichera.

L’Istituto fu consegnato ai catanesi il 30 maggio 1911, inaugurato dai Sovrani d’Italia Vittorio Emanuele III ed Elena di Montenegro, alla presenza del Presidente del Consiglio Giovanni Giolitti e del Cardinale Giuseppe Francica Nava.

Tommaso Ardizzone Gioeni Barone di San Vito (1803 – 1894)

Tommaso Ardizzone Gioeni nacque a Catania il 29 settembre 1803 da Nicolò, Barone di San Vito e da Isabella Gioeni.

Sposò Marianna Anzalone figlia del barone Nicolò Anzalone.

Non si sa molto della sua vita privata, perché era molto riservato. È certo che era un generoso benefattore e un fondatore lungimirante.

Nel suo testamento, ha protetto la sua fondazione da interferenze esterne, vietando unioni con altre opere di carità o l’accettazione di fondi che potessero permettere ad altri di influenzarne la gestione.

Ardizzone Gioeni ha stabilito le regole per creare la fondazione, scegliere chi la avrebbe gestita dopo di lui e chi sarebbe stato il primo custode.

Istituto Ardizzone Gioeni

 

Scopo dell’Istituto

Il 14 aprile 1894, l’anno in cui è morto, fu istituita la prima fedecommissaria, che onorò la volontà del testatore avviando il procedimento di riconoscimento della fondazione come Istituzione di Pubblica Assistenza e Beneficenza ai sensi della legge 17 luglio 1890, n.6972.

Il 31 marzo 1895, il re Umberto I innalzò la fondazione in Ente Morale.

Da quasi un secolo, molti ciechi dalla Sicilia e dal Sud Italia hanno trovato rifugio, cure e assistenza presso l’Istituto, sfuggendo alla negligenza e ai pregiudizi di una società che non riconosceva ancora il proprio dovere morale e civile di prendersi cura di persone con gravi disabilità.

I ciechi ricevono cibo, alloggio, vestiti, assistenza e tutto il necessario, sia in salute che in malattia.

Grazie all’Istituto, numerosi ciechi hanno potuto integrarsi nella società. Il lavoro dell’Istituto non è finito: i piani futuri per i non vedenti sono così vitali che forniranno a dirigenti e staff la motivazione per proseguire l’importante missione morale iniziata da Ardizzone Gioeni.

Sito in via Etnea 595 in un luogo che, nel passato, era caratterizzato da un paesaggio campestre. Tutt’intorno sorgono palazzi in stile Liberty e anche in stile moderno visto il vertiginoso sviluppo urbano della città di Catania che si è espansa sempre più verso nord.

È conosciuto dai catanesi anche come “Ospizio dei Ciechi” o “Istituto per ciechi”.

Istituto Ardizzone Gioeni

 

Stile dell’Istituto Ardizzone Gioeni

L’Istituto presenta un’architettura in eclettico orientaleggiante, che presentà molteplici aspetti neogotici così come era di moda tra fine Ottocento e primi del Novecento; si compone di grandi spazi abitativi e funzionali alle attività scolastiche, ricettive, teatrali ed espositive.

Oltre al grande cortile centrale vi è una bella cappella decorata con motivi bizantineggianti.

L’architetto Gesualdo Campo, in merito, così si esprime:
“I primi archi a sesto acuto sono propri dell’architettura islamica e, inoltre, la loggia campanaria ha archetti arabeggianti a ferro di cavallo.
L’arco a sesto acuto gotico era adottato anche nelle aperture per uniformità linguistica con quelli di carattere strutturale nelle ogive e nelle sequenze di semiarchi di scarico progressivo a terra delle forze diagonali spingenti che qui non ricorrono.
L’eclettismo in Sicilia è prevalentemente sostanziato dai rimandi all’architettura arabo normanna con le sue influenze bizantine, e a quella molto più tarda barocca e tardobarocca (v. a Catania il palazzo delle poste pure di Francesco Fichera)”

L’ Istituto è dotato di una ricca Biblioteca con un patrimonio librario di oltre 23.000 volumi, di cui circa 18.000 in scrittura Braille.

La chiesa ha uno stile eclettico, ispirato all’arte medievale, simile a quello dell’edificio di beneficenza. Ha una sola navata, con pareti decorate da mosaici che sembrano affreschi.

Il soffitto è fatto di travi in legno. Su una parete, c’è una scultura di marmo raffigurante il busto di Tommaso Ardizzone Gioeni, il benefattore che ha fondato l’istituto.

Le pareti, dipinte con motivi che imitano i pezzi di un mosaico, danno l’illusione, a chi guarda da lontano, di trovarsi in un vasto mosaico.

Istituto Ardizzone Gioeni

 

L’istituto negli anni

A distanza di quasi cento anni è mutato il contesto storico, sociale e politico. Sono radicalmente cambiate le condizioni di vita degli stessi non vedenti.

Negli anni, l’Istituto non ha perso la sua funzione principale. Ha continuato a seguire i suoi obiettivi, aggiornandosi con le nuove teorie della tiflologia moderna e le ultime leggi.

Anche in questo nuovo contesto, l’Istituto è pronto a rispondere alle necessità delle persone non vedenti, soprattutto di quelle con disabilità multiple.

Ha creato una struttura adatta a offrire cure, assistenza e recupero funzionale. Inoltre, collabora e si integra con servizi educativi, scolastici, sociali e sanitari locali.

La struttura continua a offrire assistenza agli anziani ciechi che ne richiedono l’accoglienza, per prevenire l’esclusione e la solitudine che molti di loro sperimentano.

Questo perché al cieco anziano si aggiungono le sfide dell’età e della perdita della vista avvenuta in età avanzata.

L’Istituto ha anche un’ampia attività internazionale, con progetti di scambio e cooperazione. Questi progetti mirano a integrare i giovani non vedenti nella vita scolastica e sociale, promuovendo il loro sviluppo e la socializzazione.

L’obiettivo è aiutarli a trovare un proprio ruolo attivo e positivo nella comunità locale.

Istituto Ardizzone Gioeni

 

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