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Monumento Equestre a Umberto I a Catania

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Il monumento equestre a Re Umberto I a Catania, situato in piazza Roma, è un’attrazione affascinante e un pezzo della storia italiana.
Fu realizzato e inaugurato nel 1911 per onorare il re italiano.

Inaugurazione del monumento equestre

Il 30 maggio 1911 si svolse la cerimonia di inaugurazione del monumento a Umberto I di Savoia, il “Re buono”.
Alla cerimonia erano presenti il re Vittorio Emanuele III e la consorte Elena di Montenegro.
I reali erano giunti a Catania, a bordo del “Trinacria” lo yacht reale, il giorno antecedente accolti dal sindaco Ing. Giuseppe Pizzarelli e tutte le autorità cittadine. Il principe di Manganelli mise a disposizione la sua carrozza e l’augusta coppia raggiunse palazzo degli elefanti dove si svolse un sontuoso rinfresco nel “salotto rosso”.

Il giorno successivo avvenne l’inaugurazione del monumento dello scultore palermitano Mario Rutelli. Infine i reali, il presidente del Consiglio on. Giovanni Giolitti, i ministri, i parlamentari e le autorità fecero il giro del monumento, che era stato realizzato con i fondi approntati con sottoscrizione di 27 comuni della provincia, Catania compresa.

Nel pomeriggio della stessa giornata i reali inaugurarono l’ospizio dei ciechi sito nella parte alta di via Etnea.”
Salvatore Nicolosi in “Vecchie foto di Catania”.

Durante l’inaugurazione del monumento, il primo a parlare fu il presidente del Comitato, il principe di Manganelli. Ricordiamo che contribuì personalmente con 60 mila lire alla realizzazione del monumento. Dopo di lui, parlò il deputato Giuseppe Libertini, che lodò il re defunto e il suo successore.

Monumento Equestre

Descrizione del monumento equestre

Il monumento equestre è stato realizzato da Mario Rutelli, uno scultore molto stimato in Italia. Rutelli non solo ha creato quest’opera, ma ha anche contribuito a valorizzare l’estetica di varie città omaggiando personaggi significativi dei periodi storici in cui visse.

Quando arrivate in Piazza Roma, vi colpirà subito Re Umberto I, maestoso in sella al suo fedele cavallo. Questa scultura rende la piazza molto più accogliente e unica.

Guardate bene i dettagli: sia il re che il suo cavallo sono rappresentati con una grandezza che colpisce. La posa di Re Umberto è particolarmente imponente; lo vedrete guardare l’orizzonte, con una mano estesa in avanti, quasi a guidare il suo popolo verso il futuro.

Quindi, osservando la statua, si percepisce chiaramente l’intento di evidenziare la leadership di Re Umberto I. Guardandola, si ha la sensazione di essere guidati da una figura che ha lasciato un segno nella storia dell’Italia.

Il contesto di Piazza Roma amplifica la maestosità del Monumento Equestre dedicato a Re Umberto I a Catania. Posizionato al centro della piazza, il monumento sembra quasi animarsi, come se il monarca fosse ancora vivo e pronto a guidare la popolazione, orientandola verso le sfide del futuro.

Monumento Equestre

Polemica dopo l’inaugurazione

Il monumento realizzato da Mario Rutelli non fu particolarmente apprezzato dai cittadini di Catania.

Da quando fu eretto, la figura di Re Umberto I che rappresenta è stata dimenticata, tanto che è rimasto conosciuto solo come “U re a cavaddu”. Infatti, ancora oggi è difficile trovare chi sappia che il re a cavallo raffigurato nella statua è proprio Umberto.

Un avvenimento memorabile, meritevole d’entrare a pieno titolo nelle pagine positive di storia-patria per significazione patriottica, validità artistica dell’opera di Mario Rutelli, illustri personaggi convenuti.
Senonchè, nemmeno il tempo di buttar giù il lenzuolo e venir fuori l’imponente figura del re a cavallo, e già si aprono le cateratte della polemica.
Maldicenze, pettegolezzi, attacchi, ritorsioni, minacce coprirono con un rombo crescente gli applausi dell’inaugurazione.
Sfogliare i giornali dell’epoca, leggere quanto si scrisse prima e dopo l’avvenimento, significa restare increduli, stupefatti, mortificati.
Il bombardamento delle più aspre e pungenti parole contro i promotori dell’iniziativa, contro i componenti del comitato esecutivo, contro il sindaco Pizzarelli,contro tutti coloro che, per un verso o per un altro, ebbero a che fare col monumento è massiccio, spietato, distruttivo.”

Ad esempio:
“Nell’adempimento del nostro dovere, animati come siamo da alto e nobile senso di civismo-scrive un articolista-censuriamo l’opera del sindaco Pizzarelli e del prefetto Minervini che, nella loro nullità indefinibile, organizzarono e concretarono l’offesa della nostra città nominando un comitato composto da persone infette, meschine e vacue.”
Giornale “Girella”, 6 maggio 1911.

Di rincalzo, il settimanale “Ma chi è?” si intratteneva con sarcastica virulenza sullo sperpero del danaro pubblico in opere come quella appena inaugurata, mentre un foglio satirico, il “Girella”, sottolineava le “deficienze, incompetenze e gaffes dei genialissimi membri del comitato organizzatore, i quali non avevano invitato alla cerimonia il “signor Principe di Manganelli che, dall’indomani della tragedia di Monza, ebbe la geniale idea d’innalzare un monumento equestre al Re Martire“.

Il fuoco di fila andò spegnendosi dopo mesi e mesi, e dopo aver colpito tutto e tutti.
Lucio Sciacca in “Fatti e misfatti catanesi”

Segnalazioni

Da segnalare la presenza di alcuni graffiti che andrebbero rimossi per dare piena valorizzazione al monumento, che dopo il rifacimento di piazza Roma sorge come faro e fiore all’occhiello della splendida area posta di fronte all’ingresso di villa Bellini. Posto in un luogo davvero interessante per il connubio monumenti-architettura-natura e collegato alle principali arterie di Catania.

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