Leggenda dei fratelli Pii
Una teoria affascinante suggerisce che Virgilio si sia ispirato a due catanesi, Anfinomo e Anapia, conosciuti come “i fratelli Pii“, per il racconto di Anchise. La mitologia greca narra che, durante un’eruzione dell’Etna, i fratelli non si preoccuparono di oro o argento ma fuggirono portando in spalla i genitori.
La colata lavica non avrebbe lasciato scampo a tutti coloro che avevano pensato piuttosto a salvare i propri averi. Avrebbe però miracolosamente risparmiato proprio i fratelli, premiando la loro pietas.
Essa infatti si divise in due bracci, lasciando libera la zona in cui si trovavano: il campus Piorum.
Riconoscimento nei secoli
Molti autori hanno narrato questa storia nei secoli, tra cui i greci Strabone, Pausania e Ligurco, e i romani Silio Italico, Valerio Massimo e Seneca.
Oggi non si attribuisce più a Virgilio l’opera “Appendix Virgiliana“, in cui sarebbe stata raccontata questa leggenda. L’idea che potrebbe essere stata una delle sue prime opere resta, però, suggestiva.
Dal 693 a.C., anno di una grande eruzione dell’Etna legata alla leggenda, Catania ha onorato Anfinomo e Anapia erigendo statue e coniando monete in loro memoria.
Se guardassimo a quest’episodio con l’occhio moderno, potremmo dire che ebbe un impatto mediatico considerevole. A tal punto che Siracusa tentò di appropriarsi della cittadinanza dei fratelli, rivendicandone la nascita.
Rappresentazioni dei fratelli pii
Oggi, i fratelli pii sono un’icona di Catania. Testimonianza di questo racconto si trova sia nella monetazione antica sia in uno dei quattro candelabri, opera di Mimi Maria Lazzaro (Catania 1905 – 1968), presenti in piazza Università a Catania.
La rappresentazione più antica del mito dei fratelli catanesi si trova su alcune monete: un denario romano della fine del II secolo a.C. Due monete in bronzo di Catania datate tra il 90 e il 40 a.C..e
Un denario di Sesto Pompeo delle guerre civili tra il 42 e il 40 a.C.
Queste monete potrebbero essere state ispirate da una scultura esistente a Catania.
Un poema di Claudiano del tardo IV secolo d.C. descrive in dettaglio i fratelli, suggerendo la presenza di questa scultura. Inoltre, un’iscrizione su una base di statua attesta il restauro delle statue nella metà del V secolo d.C.
I fratelli catanesi sono solo un esempio di pietas filiale nell’antichità.
La storia romana più celebre di questo genere è quella di Enea che salva il padre Anche durante la distruzione di Troia, un tema rappresentato anche nelle monete di Ottaviano durante le sue sfide contro Sesto Pompeo. La leggenda dei fratelli pii potrebbe anche aver influenzato il nome della colonia romana di Catania: Colonia Iulia Augusta Pietas Catina.
Riqualificazione di piazza Università
Nel 1957, Catania ha visto prendere vita un ambizioso progetto di riqualificazione di Piazza Università.
L’architetto Vincenzo Corsaro ha preso in mano le redini del progetto, decidendo di rimuovere le palme che per anni avevano adornato lo spazio, sostituendole con quattro candelabri artistici.
Si tratta di veri e propri pezzi d’arte, creati dai talentuosi scultori Domenico Maria Lazzaro e Domenico Tudisco, che avevano vinto il concorso indetto per questo scopo.
Ogni candelabro è decorato con una scultura in bronzo, ognuna rappresentante una delle principali leggende di Catania: Colapesce, Il paladino Uzeta, i Fratelli Pii e Gammazita.
Queste sculture erano destinate a trasformare la piazza in un museo a cielo aperto. Esse illuminano fisicamente e culturalmente lo spazio con i loro lampioni , mantenendo viva la memoria delle storie leggendarie della città.
La fornitura del bronzo proveniva da una nota ditta napoletana, e le opere furono accolte con polemiche e critiche dai cittadini, che mal vedevano l’inserimento di elementi moderni in un contesto settecentesco.
Nonostante le proteste, il sindaco dell’epoca ignorò le lamentele, permettendo così che queste leggende continuassero a vivere attraverso l’arte.
Oggi, in Piazza Università, le sculture stanno a testimoniare non solo la ricchezza culturale di Catania ma anche la sfida continua di mantenere viva la storia in una città moderna.
È possibile trovare un’altra rappresentazione della leggenda dei fratelli Pii ai lati dell’organo della chiesa di sant’Agata al Borgo. Sono, infatti, presenti due medaglioni che narrano l’episodio leggendario.
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