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Scacco di Ognina: di cosa si tratta?

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Dalle origini allo Scacco di Ognina: gli Angioini

Procediamo con ordine, fino ad arrivare allo scacco di Ognina.

La dinastia sveva degli Hohenstaufen termina e, nel 1266, papa Clemente IV assegna la Sicilia a Carlo I d’Angiò.

Questo periodo, breve ma segnato da una dominazione francese difficile, viene ricordato come la “mala signoria“.

Durante questa fase, i residenti di Catania subiscono varie ingiustizie, tra cui spicca la chiusura dei loro porti, che porta a notevoli perdite economiche.

Nel 1280, l’abate Palmiero di Trapani, mascherato da monaco, intraprende un’audace missione.

Si rivolge prima a papa Niccolò III, implorando di restare neutrale in caso di rivolta. Successivamente, cerca il sostegno dell’imperatore bizantino Michele Paleologo contro gli Angioini.

Infine, si appella a Pietro III d’Aragona, incoraggiandolo a reclamare il trono di Sicilia. Era suo diritto, in quanto come consorte di Costanza, catanese e nipote di Federico II di Svevia.

Scoppiano i Vespri

Nel 1282, l’isola di Sicilia vede erompere i Vespri, un’insurrezione che apre le porte al regno degli Aragonesi, già presenti a Palermo.

Il 15 gennaio 1296, i siciliani si radunano in parlamento al castello Ursino per incoronare re Federico (in seguito noto come Federico III), figlio di Pietro d’Aragona e Costanza.

Questo evento dà avvio a una prolungata contesa con gli Angioini.

 

Scacco di Ognina

Una prima pace (illusoria)

Un momento chiave è rappresentato dalla pace di Caltabellotta nel 1302, che conferisce a Federico il regno di Trinacria per la sua vita, prevedendo che la Sicilia ritorni agli Angioini alla sua morte.

Questo accordo viene sigillato dal matrimonio di Federico con Eleonora d’Angiò, figlia di Carlo II di Francia.

Tuttavia, la pace si infrange nel 1313. Federico, infatti, designa suo figlio Pietro a succedergli, violando gli accordi precedentemente stabiliti e dando vita a una nuova dinastia aragonese in Sicilia.

Nuovo tentativo di pace: la pace di Catania

Durante questo periodo, Catania diventa centrale, ospitando il Parlamento e la famiglia reale. Nel 1347, ambasciatori angioini si dirigono al castello Ursino per discutere una trattativa cruciale, mirata a chiudere un conflitto decennale.

La pace di Catania vede gli Angioini abbandonare le loro rivendicazioni sul trono di Sicilia, mentre gli Aragonesi si impegnano a non attaccare il Regno di Napoli, accordandosi su un mutuo sostegno contro aggressioni esterne. Tuttavia, la situazione rimane tesa.

Nel 1357, dopo la morte di Ludovico “il Fanciullo” due anni prima, Federico “il Semplice” prende il suo posto, un nome che riflette la sua giovane età e inesperienza.

Avendo solo 16 anni, lascia il potere nelle mani di Artale Alagona, il gran giustiziere del Regno.

Anche questo tentativo fallisce: lo Scacco di Ognina

Chiamati dal governatore di Messina, a causa di dispute con Artale, gli Angioini insediano Messina nel 1356. L’anno seguente minacciano Catania con 1500 fanti, evento che porterà allo “scacco di Ognina”.

Il 27 maggio 1357, una decisiva battaglia navale si svolge al largo di Ognina, dove cinque galee siciliane, invocando “Sant’Agata e Alagona!”, prevalgono su altrettante galee napoletane, segnando il fallimento dell’operazione angioina.

Questa vittoria segna un punto di svolta, conducendo alla guerra che si protrae fino al trattato di Avignone nel 1372, che conferma gli accordi della pace di Catania.

 

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